Il CISP, attraverso un finanziamento dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e in collaborazione con partner locali, è impegnata in Sudan per fornire aiuto diretto a oltre 10.000 persone tra le più vulnerabili. Si tratta di interventi coordinati relativi a nutrizione, salute, agricoltura, mezzi di sussistenza, e un programma "Cash for Dignity" che ha già raggiunto 900 famiglie con bambini malnutriti attraverso la distribuzione di denaro.
Questi progetti mirano a sostenere il trattamento e la prevenzione della malnutrizione, rafforzare i servizi sanitari locali, ripristinare le infrastrutture idriche e agricole e ristabilire le fonti di reddito per le famiglie sradicate dal conflitto. L'assistenza finanziaria diretta è cruciale per preservare la dignità delle persone, permettendo alle famiglie di fare le proprie scelte anche in tempi di crisi.
Ogni giorno, le équipe del CISP e i loro partner sudanesi sono in prima linea negli stati del Mar Rosso e di Gadaref, non solo per rispondere alle emergenze, ma anche per alimentare la speranza e la capacità di recupero che le comunità sudanesi incarnano con tanta forza.
Negli ultimi sei mesi, il CISP ha supportato oltre 2.700 persone, di cui quasi il 90% donne, negli stati del Mar Rosso (Sawakin) e di Gedaref (Basounda e Al Fashaga), a sud-est di Khartoum. Si tratta di due regioni chiave per l'economia sudanese:
La nostra sfida principale rimane l'accesso alle persone più vulnerabili. L'insicurezza persistente, le epidemie (con oltre 5.200 casi e 162 decessi registrati a metà ottobre 2024), gli sfollamenti massicci e la carenza di infrastrutture rendono ogni fase complessa, dall'identificazione dei bisogni alla distribuzione effettiva degli aiuti.
Ogni distribuzione di aiuti è il risultato di un impegno collettivo. Decine di collaboratori locali, leader comunitari, operatori sanitari e volontari sono continuamente mobilitati, assieme ai nostri partner sudanesi, Betay Development Organization (BDO) e Mazaya Charity Organization (MCO): organizzano le distribuzioni in maniera equa e trasparente e verificano le liste dei beneficiari. Si tratta principalmente di bambine e bambini affetti da malnutrizione, donne incinte o in allattamento, famiglie senza casa, persone con disabilità o in situazioni di estrema vulnerabilità. Queste liste vengono stilate dopo valutazioni concordate con le autorità locali, gli operatori sanitari e i rappresentanti della comunità, e poi validate dai comitati di villaggio e dal Ministero della Salute. Le liste sono aggiornate regolarmente per tenere conto di nuovi sfollati o eventuali altri cambiamenti.
Le modalità di distribuzione mutano a seconda al contesto locale e della situazione di sicurezza: in alcuni casi allestiamo punti di distribuzione in scuole, comuni, centri sanitari dove le famiglie vengono accolte secondo orari scaglionati specifici. In altricasi situazioni, specialmente quando la sicurezza è precaria o la vulnerabilità è elevata, le nostre équipe prediligono la distribuzione porta a porta, in particolare per donne sole, bambini con bisogni speciali, donne incinte o in allattamento e anziani.
In tutte le nostre azioni la dignità e la protezione dei beneficiari rimangono prioritarie. Le informazioni vengono fornite in modo chiaro e anticipato, la riservatezza è rispettata e ogni distribuzione è pensata per garantire equità, sicurezza e l'ascolto dei bisogni reali delle famiglie.
Il Sudan sta affrontando una delle crisi umanitarie più gravi e complesse al mondo. Secondo recenti stime dell'ONU, oltre 10 milioni di persone sono sfollate interne; si tratta della più grande emergenza di sfollati interni mai avvenuta nella storia. Inoltre, più di 1,7 milioni di sudanesi hanno cercato rifugio nei paesi vicini a partire dall'escalation del conflitto nell'aprile 2023.
La malnutrizione ha raggiunto livelli allarmanti: oltre 4 milioni di bambini sotto i cinque anni soffrono di malnutrizione acuta, di cui almeno 730.000 bambini gravemente malnutriti, a rischio di morte a meno che si intervenga con cure d'emergenza.
Il sistema sanitario del paese è sull'orlo del collasso: quasi l'80% degli ospedali è fuori servizio o incapace di funzionare a pieno regime a causa dei danni, della mancanza di personale, di medicine e della persistente insicurezza.
Infrastrutture strategiche, inclusi aeroporti, sono state bombardate, e gli aiuti umanitari vengono regolarmente bloccati o saccheggiati, in particolare nelle aree controllate dalle Forze di Supporto Rapido. Questi ostacoli complicano notevolmente il compito delle organizzazioni umanitarie che cercano di fornire aiuti salvavita, nonostante i bisogni crescenti.
L'attuale crisi in Sudan è scoppiata nell'aprile 2023, con il brutale scontro tra le Forze Armate Sudanesi (SAF) e le Forze di Supporto Rapido (RSF), due potenti fazioni un tempo alleate e ora rivali per il controllo del paese. Questo conflitto, inizialmente concentrato a Khartoum, si è rapidamente propagato in tutto il territorio, colpendo sia le grandi città che le zone rurali. Le conseguenze sono drammatiche: milioni di persone sono state costrette all'esilio, fame e malnutrizione si sono radicate in modo permanente, e la maggior parte delle infrastrutture sanitarie e educative sono state distrutte o gravemente danneggiate. Gli attacchi a ospedali, scuole e convogli umanitari, insieme all'accesso estremamente limitato ai beni di prima necessità, scandiscono ormai la quotidianità di milioni di famiglie in tutto il Sudan.
Eppure, in mezzo a questa tempesta, la resilienza e il coraggio del popolo sudanese traspaiono. Le comunità continuano a mobilitarsi, adattandosi alle sfide quotidiane con una solidarietà e una speranza notevoli. Il CISP è al fianco della popolazione con un impegno costante e intenso.
Per saperne di più leggi la recente intervista di Africa Rivista al nostro Lyes Kesri, direttore per il Sudan del CISP.