Ci fa piacere condividere il discorso che Gianluca Falcitelli ha tenuto in occasione della sua elezione a Direttore del CISP durante l’Assemblea dei Soci del 21 giugno 2025. Un contributo alla riflessione sulle principali sfide che attendono la nostra organizzazione a partire dall’analisi del nostro lavoro, passato, attuale e futuro, da continuare a svolgere con il sostegno e la collaborazione di tutte e tutti noi.
È con grande entusiasmo e convinzione che ho presentato la mia candidatura a Direttore del CISP e ringrazio tutte e tutti per la fiducia accordatami.
Penso che il CISP si trovi oggi di fronte ad almeno tre grosse sfide.
La prima e a mio avviso più importante è la necessaria riflessione sul senso stesso del nostro esistere ed operare come CISP. Viviamo un’epoca segnata da grandi tragedie, conflitti e profonde crisi: le guerre in Medio Oriente, in Europa e in Africa; le crisi in America Latina; l’affermarsi di populismi, di protezionismi, del primato della sicurezza interna e dei confini nazionali; lo svuotamento di significato del multilateralismo e dei consessi multilaterali come le Nazioni Unite e l’Unione Europea; l’indebolimento del diritto internazionale; l’affievolirsi di valori fondamentali come accoglienza, diritti umani, pace.
In questo contesto, il nostro ruolo come organizzazione della società civile non può mai considerarsi scontato. Non dobbiamo mai smettere di interrogarci sul senso, sul ruolo e sul contributo che un’organizzazione come la nostra può portare. Paolo Dieci diceva che forse non possiamo cambiare il mondo, ma la vita di qualche persona sì, e questo è un grande obiettivo cui non dobbiamo mai smettere di tendere.
Oltre a questo, in un mondo in cui la guerra appare riabilitata, sdoganata, normalizzata, il nostro contributo deve continuare ad essere anche quello di riaffermare la pace come diritto umano.
Nei paesi dove operiamo, come CISP possiamo e dobbiamo lavorare per riaffermare il valore della pace che unisca popoli e regioni; dobbiamo dare il giusto valore alla ricerca permanente della pace sia come soluzione dei conflitti, riconciliazione, dialogo, convivenza pacifica, sia come eliminazione delle disuguaglianze. Dobbiamo continuare a costruire reti, partenariati, scambi ed evidenziare sempre il contributo dei nostri progetti alla costruzione della pace e alla riduzione delle diseguaglianze.
La seconda sfida riguarda la crescita e lo sviluppo del CISP, nell’ottica di rendere sempre più efficace il nostro lavoro e il nostro contributo alla pace e allo sviluppo. La nostra storia quarantennale ci ha trasmesso un’eredità fatta di tante competenze, esperienze, potenzialità. Dobbiamo fare in modo di usarle al meglio, ad esempio potenziando la nostra presenza in progetti regionali così come in contesti di crisi umanitarie croniche. E poi c’è la centralità del Mediterraneo, una regione nella quale abbiamo la giusta esperienza per fare la differenza e per contribuire a processi di sviluppo inclusivi, sostenibili e che vadano oltre i confini nazionali.
La terza sfida riguarda l’organizzazione interna del CISP, anche alla luce della decisione di trasformarci in fondazione di partecipazione. È l’inizio di un percorso nuovo che ci porta necessariamente a guardare al futuro, certamente valorizzando il contributo e l’esperienza dei soci e dei collaboratori storici, ma anche con l’intenzione di introdurre energie e competenze nuove, valorizzare i giovani, accogliere nuovi sostenitori, socie e soci.
Si tratta di un percorso ambizioso, che affronteremo insieme, con spirito di collaborazione e condivisione. Sono convinto che, come sempre, il valore aggiunto del CISP stia nelle persone che ne fanno parte: soci, dipendenti, collaboratori, sostenitori.
Abbiamo la passione, l’esperienza e la determinazione per affrontare queste sfide e per portare il nostro contributo per migliorare la vita delle persone e per costruire la pace.
Grazie.
Per conoscere meglio Gianluca Falcitelli, leggi la sua recente intervista.